Sinonimi di risposta


Nel novembre del 2001 feci il peggiore od il migliore acquisto della mia vita. Ancora non lo ho capito. Comprai una Arriflex 16ST a Milano, volevo assolutamente fare il salto di qualità dal Super8 ad un formato “professionale”. Avevo solo bisogno di un soggetto.
Non volevo produrre qualcosa scritto da me, ma volevo capire come mettere in piedi una produzione seria, con uno staff, con un cast, comparse e via dicendo.
Volevo anche capire il montaggio non lineare, quindi io dovevo fare l'uomo macchina ed affidarmi ad un montatore (che poi fu una montatrice, Sara Goria, che conobbi al Teatro Gianduia). Avevo appena comprato il massimo che mi potevo permettere: una scheda Pinnacle, un HDD da 40 GB.
Cifre e nomi che oggi possono sembrare sconosciuti o ridicoli. All'epoca era "robba" impegnativa, tre anni prima ebbi la fortuna di vedere in anteprima Eyes Wide Shut, e mi colpì molto, soprattutto per l'utilizzo teatrale dei colori nelle luci, in particolare negli interni di casa Harford. Comunque volevo fare un film "serio", fu la produzione più complessa e costosa che mai feci. Mandai in sviluppo e in stampa la pellicola alla Augustus di Roma, feci fare il telecinema (in SD, perché il 2K doveva ancora uscire). Digitalizzai il telecinema sul mio computer e con una copia pirata di Premiere facemmo il montaggio.
Uno dei problemi principali fu il sincro dell'audio (che riprendemmo in multitraccia, come gli americani) con le immagini, perché l'unico motore quarzato della MdP era a 24 fps mentre l'audio era a 25...
Vabbé, andiamo a chiudere, il film fu mandato in selezione a Venezia. Passò la selezione, ma non fu ammesso al concorso.
La cosa principale di questo film fu che imparai a gestire una vera produzione, un cast di 2 persone con 30 comparse. Uno staff tecnico completo compresa una PR che ci fece uscire sui vari quotidiani piemontesi. Ed infine il blocco di una piazza per un esterno (non mi era mai successo prima...) e gli interni in una chiesa...