Delirio anarchico in Super8
Correva l’anno 1995 e frequentavo l'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Avevo già fatto piccoli esperimenti in video ed in Super 8, anche se all'epoca era veramente difficile trovare ancora pellicole. Era il primo anno ed avevamo un esame da fare: "Teoria e Metodo dei Mass-Media". L'esame consisteva nello scimmiottare la videoarte, o chissà quale altra porcata. I mezzi non erano ovviamente quelli che ci sono a disposizione oggi (si doveva fare montaggio in linea con due videoregistratori collegati e, se uno dei due fosse stato provvisto della funzione DUB, si poteva anche sonorizzare).
Fu un lavoro di gruppo, e mi scuso con gli altri se non li ho citati nei crediti, ma sinceramente non ricordo i loro nomi. Dopo vari ragionamenti decidemmo di "sperimentare" tornando indietro con la tecnologia: lavorare in Super8. Non fu una scelta nostalgica, ma pratica: avevo l'attrezzatura per girare, per montare ed avevo trovato un negozio che aveva ancora fondi di magazzino di Kodak Ektachrome. Inoltre, potevamo fare un montaggio preciso al fotogramma, cosa che con due videoregistratori non era possibile.
Facemmo le riprese, facemmo sviluppare la pellicola e infine realizzammo un telecinema molto alla buona.
La parte più interessante fu la colonna sonora, registrata in diretta - perché il mio videoregistratore aveva la funzione DUB - mentre le immagini passavano sul televisore, e (quasi) tutto buona alla prima.